L’interesse di Elena Fanucci per lo studio della parola nasce dalla consapevolezza che le parole non siano semplicemente strumenti per esprimere il pensiero, ma al contrario condizioni imprescindibili affinché il pensiero stesso sia possibile.
Gli Studi
L’attenzione e lo studio della parola in tutte le sue declinazioni, del leggere, del parlare, dello scrivere, del recitare, conducono inevitabilmente Elena Fanucci verso l’arte del teatro. Elena Fanucci si diploma presso la scuola di recitazione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) nel 1986. In seguito consegue la Laurea in Lettere con specializzazione in Discipline dello Spettacolo con una tesi sulle Nuove Frontiere del Teatro di Narrazione, corrente che coniuga sapientemente l’arte del narrare con la capacità istrionica del comunicare. Nel corso della sua esperienza decide poi di approfondire lo studio della presenza del corpo sul palco e della sua spazialità, con due corsi incentrati sul teatro-danza: il seminario di teatro-danza condotto da Lindsay Kemp e quello di teatro-danza condotto da Malou Airaudo della Hochschule di Essen Verden diretto da Dina Baush.
Esperienze Lavorative
Dopo il diploma Elena Fanucci svolge incessantemente la sua attività di attrice sia in ambito tradizionale che di ricerca. Contemporaneamente s’interessa alle problematiche della creatività dell’attore, tematica che riesce ad approfondire anche attraverso la sua esperienza d’insegnamento presso il Centro Studi Enrico Maria Salerno, con il quale collabora per molti anni anche nell’allestimento dei saggi di fine corso.
Negli anni lavora con grandi registi quali: Irene Papas, W. Pagliaro, G. Sbragia, G. Pressburger, G. Sammartano, A. Zucchi, M.G. Cipriani, M. Perlini, M. Galdieri, L. Damiani, F. Ricordi, C. Pezzoli e P.E. Landi e incontra figure di rilievo come Alda Merini che sarà poi fondamentale nel suo percorso come autrice.
Dal 2010 al 2013 Elena Fanucci insegna dizione e recitazione presso la “Piccola Accademia di Comunicazione e Spettacolo di Stefano Jurgens”. Essendo profondamente convinta dell’importanza del coinvolgimento dei giovani dal 2014 è anche attiva presso alcuni Istituti scolastici come coordinatrice di laboratori teatrali e docente di Dizione e Educazione della Voce, Lettura Espressiva e Tecniche di Narrazione presso “FONDAMENTA La scuola dell’attore”.
Opere Originali
Dall’incontro con la poetessa Alda Merini nasce in Elena l’esigenza della scrittura teatrale che si traduce poi nell’elaborazione del monologo “Delirio n°1. Il bianco.” di cui sarà anche interprete e regista. Seguiranno “Delirio n°2. Il nero.” e “Delirio n° 3. Il rosso.”, entrambi originali scritture ispirate al tema della follia femminile che incrocia, nel secondo, la sfera esistenziale e nel terzo l’etica, messi in scena con la regia dell’autrice.
Nella stagione 2009-2010, il suo testo “La Ballata dei Bambini Rotti” viene inserito in programmazione al Teatro di Documenti di Roma in occasione del ventesimo anniversario della “Carta Costituzionale dei Diritti del Bambino”, sotto il patrocinio dell’UNICEF.
Per la Rassegna “Vetrina di scena sensibile” al Teatro Argot nel 2010 porta in scena “I quaderni dell’usignolo. Diario segreto di E. P.” di cui è autrice e interprete.
Affronta il tema del “doppio” il testo “Dissertazione sul diametro delle bollicine del prosecco. Ovvero la liberazione del figlio doppio”, andato in scena l’anno seguente, nella rassegna romana Fontanonestate 2011, con la regia e l’interpretazione di Sergio Basile.
Oggi
Oggi più che mai le parole hanno preso strade che non incrociano più la realtà e si sono via via trasformate in parole “ameba”. Parole disincarnate che rendono il mondo odierno sempre più povero di concetti, dove il significato preciso viene sempre più lavato via dalle parole che si usano.
Parole elastiche, plastiche, che si adattano a tutto risultando così sempre più vaghe e irrelate. Di fronte allo svuotamento linguistico in atto, Elena Fanucci oppone un atteggiamento attivo, di studio approfondito della parola e delle sue metamorfosi, nell’intento di coniugare nuovamente il senso e il suono. Un esercizio sulla lingua, capace di far tornare alla luce una parola vera, precisa, incarnata. Parola come “corpo vocale”.
Come conseguenza dei suoi studi, negli ultimi anni Elena Fanucci intensifica il lavoro di scrittura e affronta le problematiche della parola, scritta e parlata, allo scopo di declinare adeguatamente la sua attività didattica anche al di fuori della realtà teatrale. In particolare si concentra sull’utilizzo di alcune tecniche teatrali nel mondo del business e delle imprese, proponendo percorsi mirati di Public Speaking e Storytelling per professionisti.
Premi e riconoscimenti
- • Con “Delirio n°3. Il rosso.” l’autrice ottiene il “Riconoscimento per la ricerca linguistica” al Premio Borrello per la drammaturgia 2009.
- • Arriva come finalista al Premio di drammaturgia femminile “Tutte in scena” con il testo “I quaderni dell’usignolo. Diario segreto di E.P.” nel 2011 vince il Premio “Claudia Poggiani”, indetto dalla Società Italiana Autori Drammatici.
- • Con il testo “Anti-gonia. Alle origini del conflitto” arriva in finale in diverse realtà: Premio Borrello 2010, Premio Rimbaud per il teatro e Premio Diego Fabbri edizione del Centenario 2011 e vince il Premio Sipario Autori Italiani 2012 (testo pubblicato sulla rivista Sipario).
- • Nel 2014 il suo testo “La Ballata delle Infelici Spose” ottiene una menzione d’onore al Concorso InediTO, al Salone del Libro di Torino e nel 2015 vince il Premio Arlecchino C.A.S.A.S. della Rivista Sipario (testo pubblicato sulla rivista Sipario).
- • Nel 2019 vince il Premio Sipario Portale dello Spettacolo con il testo “Cacciatori di mosche”.